“ARTE ED ESOTERISMO VII”

L'artista dovrebbe essere un cavaliere con l’armatura appassionatamente votato alla ricerca del Sacro Graal, un crociato impegnato in una lotta perenne con la borghesia”, afferma Joséphin Péladan, leader dell’Ordine della Rosa Croce, del Tempio e del Graal verso la fine dell’Ottocento. Un secolo imprescindibile per noi appassionati esploratori dell’impossibile, caratterizzato in ambito simbolista dalla risposta del mondo dell’occulto all’algido positivismo imperante in ambito scientifico. Ma chi sono questi fantomatici Rosacroce? Rosenkreuzer, in tedesco, è il leggendario ordine segreto di cui si cominciò a parlare in Germania Marcellin Desboutin Ritratto di Josephin Peladanagli inizi del 17° sec. in relazione alle romanzesche avventure di un certo Christian Rosenkreuz, vissuto nel 15° sec., che sarebbe stato iniziato in Oriente a tutti i misteri e avrebbe progettato una riforma del mondo; l’opera di Rosenkreuz sarebbe stata continuata dai suoi discepoli (i Rosacroce, appunto), che si vantavano di possedere tutti i segreti della natura. Questo si narrava nell’anonimo scritto Fama fraternitatis Rosae Crucis del 1614; nel 1615 uscì a Francoforte un altro scritto, la Confessio fraternitatis, in cui si annunciava il ritorno imminente della luce perduta dagli uomini a causa del peccato di Adamo; l’anno successivo a Strasburgo fu pubblicato il celebre Chymische Hochzeit Christian Rosen­kreuz (“Le nozze alchemiche di Cristiano Rosenkreuz”) di J.V. Andreae. A questi scritti ‘ufficiali’ si aggiunse una serie di manifesti anonimi apparsi sui muri di Parigi nel 1622. Si andò così diffondendo una letteratura mistica e teosofica che si rifaceva ai Rosacroce, mentre si moltiplicavano le conventicole che se ne dichiaravano prosecutrici e si dedicavano a ricerche magico-alchimistiche riprendendo temi e testi della tradizione magica ed ermetica rinascimentale. Nella prima metà del Seicento antesignano dei Rosacroce fu R. Fludd, che è forse il massimo rappresentante di questo orientamento. Nel 18° sec. il movimento dei R. ebbe largo sviluppo e a esso si ricollegarono anche L.-C. de Saint-Martin, il conte di Saint-Germain, A. Mesmer, Cagliostro, mentre la massoneria si impossesserà successivamente di molti suoi motivi e simboli.
Ma torniamo alla nostra vicenda. Corre l’anno 1892: l’eccentrico Joséphin Péladan Péladan (entrato nell’ordine grazie al fratello Adri-en, uno dei primi omeopati francesi), inaugura in Francia un appuntamento artistico unico nel suo genere: il primo Salone della Rosacroce.
Un manipolo di idealisti da lui radunato si fa portavoce nella Francia di fine Ottocento del risveglio del sovrasensibile nella musica, nel teatro e nell’arte figurativa: Pierre Puvis de Chavannes, Félicien Rops, Georges Rouault, Odilon Redon, Fernand Edmond Jean Marie Khnopff, Jean Delville, Ferdinand Hodler, Aman-Jean, Marcel Béronneau sono i pittori più conosciuti. Non devono necessariamente far parte dell’Ordine, ma devono rispettare l’unica condizione per poter partecipare alla manifestazione: le loro opere devono rispondere alle caratteristiche generali di un severo regolamento che bandisce determinate rappresentazioni: le scene militari o storiche, gli animali domestici e “accessori e altri esercizi che i pittori hanno solitamente l’insolenza di esporre”. La selezione è assicurata da una giuria che detiene il titolo di Magnifico. È composto da vari personaggi di cui i più noti sono: il conte Antoine de la Rochefoucault (che è il finanziatore dei saloni), il conte di Larmandie (che fu per lungo tempo segretario della Gens de Lettres in Francia), Elémir Bourges (Accademia Goncourt, scrittrice), Saint-Pol Roux (giustamente detto il Magnifico, scrittore proclamato dai surrealisti come uno dei maestri dell'arte moderna) e Gary de Lacroze.

1 catalogo 2L’arte figurativa diviene gioco forza fedele alleata dei testi ermetico-alchemici e lega la conoscenza in campo esoterico al superamento delle barriere essoteriche, celando i segreti nella oscura foresta dei simboli, subalterna alla sola legge del lege et relege, del leggere e rileggere per immergersi nella realtà superiore. I dipinti acquistano così, di pari passo alle illustrazioni dei libri, il compito di svelare appena i testi degli alchimisti, le cui conoscenze erano coperte dal segreto. L’arte pittorica, in sinergia con l’Ars Regia, assume il compito di rivelare un mondo più sottile, solo apparentemente subordinato alle regole della quotidianità civile.
Il manifesto dell’evento, opera del simbolista svizzero Carlos Schwabe, vede rappresentati Leonardo da Vinci, che molti credono sia stato Gran Maestro del Priorato di Sion, e Dante Alighieri (che regge una spada e indossa una tunica d’arme dal gusto templare), atti a simboleggiare il custode del Graal e l’alter-ego di Ugo de Payns, integerrimo fondatore dell’Ordine dei Templari.
Rispondono all’appello sessanta artisti e il catalogo della mostra comprende 250 opere. Rémy de Gourmont nella sua cronaca del Mercure de France ha definito questo spettacolo “il più grande evento artistico dell'anno”. Il pubblico è talmente numeroso che la prefettura deve intervenire per regolare il traffico. Interverranno più di 22.000 visitatori.
Lo spettacolo viene inaugurato con la musica cerimoniale appositamente composta da Erik Satie, il compositore ufficiale dell'Ordine.
L’appuntamento diventa quasi immediatamente luogo d’incontro per il mondo dell’arte e dell’occultismo, per artisti (in totale ne partecipano 193) e personaggi amanti della bellezza e della tradizione, al di là dello spirito pragmatico e positivista degli scienziati allineati al sistema. Non a caso vengono bandite le opere degli Impressionisti e di altri contemporanei. Il Salone si ripete per cinque anni consecutivi, sino al 1897, sempre basandosi su uno dei requisiti fondamentali per entrare a far parte dei Rosacroce, ossia “ricercare ed insegnare le norme della Bellezza”. Ricerca motivata dalla nostalgia per un’armonia perduta che l’uomo insegue istintivamente in tutte le cose 1 manifesto salon Carlos Schwabeche lo circondano. L’emozione che accomuna il cenacolo di pensatori è fatalmente centrato sul misticismo, la spiritualità e l’esoterismo cristiano.
Il successo del Salone cresce nel tempo e diviene davvero notevole: la presenza di artisti stranieri gli conferisce un impatto addirittura mondiale, cosa non proprio comune per l’epoca.
La morte e il Becchin Carlos SchwabeSi arriva così a sei saloni Rosacroce in tutto, ognuno di loro posto sotto l'egida di un dio caldeo: Samas (Sole) per la prima edizione, Nergal per la seconda, Merodack (Giove) per la terza, Nebo (Mercurio) per la quarta, Istar (Venere) per la penultima e Sin (la luna) per la sesta ed ultima. Questa, svoltasi nella prestigiosa galleria Georges-Petit, chiude un’esperienza unica nel suo genere. Di fronte all'insistenza delle richieste, Péladan ha persino dovuto organizzare un'apertura speciale per 191 critici d'arte ed i tanti giornalisti. Il giorno successivo, 15.000 visitatori varcano l’insolito tempio dell'arte nato dall’immaginazione di uno dei pensatori più brillanti che il mondo abbia mai avuto. Dopo il sesto Salone, il Gran Maestro annuncia il “sonno dell'Ordine”.
Sono le parole di Péladan, ancora una volta, a fissare nella memoria questa parentesi di rinascita culturale e spirituale alimentata da quel qualcosa di misterioso a cui non sappiamo dare un nome: “Depongo le armi. La formula artistica che ho difeso è ormai stata accolta ovunque, il fiume è stato attraversato”.
di Percarlo Bormida
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