Canaletto 1697 – 1768

A cura di Silvana Gatti

Dall’11 aprile al 19 agosto 2018 al museo di Roma, Palazzo Braschi, si tiene la mostra “Canaletto 1697 – 1768” promossa dall’assessorato alla cultura di Roma Capitale con l’organizzazione dell’associazione culturale MetaMorfosi, presieduta da Pietro Folena, in collaborazione con Zetema progetto Cultura e a cura di Božena Anna Kowalczyk.

2 La Habana Cuba Coleccion Museo Nacional de Bellas Artes 600
L’esposizione,  nella spettacolare cornice delle sale di Palazzo Braschi, celebra il 250° anniversario della morte del pittore veneziano, con sessantotto tra dipinti e disegni e documenti, di cui alcuni fissati nella memoria collettiva. Tutti ricordano almeno un’immagine di Venezia, dipinta dal Canaletto, riprodotta sui vecchi sussidiari delle scuole elementari. Le opere in mostra provengono da alcuni tra i più importanti musei del mondo, tra cui il Museo Pushkin di Mosca, il Jacquemart-André di Parigi, il Museo delle Belle Arti di Budapest, la National Gallery di Londra e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Presenti anche alcune opere conservate nelle collezioni britanniche per le quali sono state appositamente create,  e altre provenienti dai musei statunitensi di Boston, Kansas City e Cincinnati. Tra le istituzioni museali italiane hanno prestato le loro opere: il Castello Sforzesco di Milano; i Musei Reali di Torino; la Fondazione Giorgio Cini. Istituto per il Teatro e il Melodramma e le Gallerie dell'Accademia di Venezia; la Galleria Borghese e le Gallerie Nazionali d'arte Antica Palazzo Barberini di Roma.

3. Torino Pinacoteca del Lingotto Giovanni e Marella Agnelli 600
Un evento di portata nazionale e internazionale, confermato dall’interesse di Sky Art, che sta producendo un documentario su “Canaletto 1697 – 1768”, e di Vittorio Sgarbi, presente all’inaugurazione della mostra.

Il percorso attraverso le sontuose  sale di palazzo Braschi,  concepito come un vero e proprio dossier sulla personalità e la creatività di Canaletto, si snoda attraverso otto sezioni che raccontano il suo rapporto con il teatro, il capriccio archeologico ispirato alle rovine dell’antica Roma, i primi successi a Venezia, gli anni d’oro, il rapporto con i suoi collaboratori e l’atelier e la presenza del nipote Bernardo Bellotto (con alcuni precisi confronti tra le versioni del maestro e dell’allievo della stessa veduta), le vedute di Roma e dell’Inghilterra, gli ultimi fuochi d’artificio al ritorno a Venezia. Completano il percorso espositivo alcuni documenti dell’Archivio di Stato di Venezia

4. Torino Pinacoteca del Lingotto Giovanni e Marella Agnelli 600
Una mostra che svela al visitatore la personalità creativa, sensibile e innovativa di un artista che ha  rivoluzionato il genere della veduta, fino allora ritenuto secondario, elevandolo al rango di pittura di storia e di figura, emblema degli ideali scientifici e artistici del periodo dell’illuminismo.

Il racconto della sua vita artistica è interessante, e parte dalla giovinezza tra Venezia e Roma come uomo di teatro e impetuoso pittore di rovine romane, sino al successo ottenuto in seguito in qualità di pittore delle vedute veneziane. Decretano il successo internazionale  le commissioni degli ambasciatori stranieri, con grandi  tele che raffigurano le feste della Serenissima in loro onore. Molto bello a tal proposito il magnifico “Bucintoro di ritorno al Molo il giorno dell’Ascensione” proveniente dal Museo Pushkin.  Le luminose vedute di Venezia,  ricche di dettagli architettonici e di scene di vita quotidiana, accendono l’entusiasmo dei turisti inglesi del Grand Tour che li richiedono come souvenir del viaggio. Non mancano, tuttavia, eventi imprevisti: a Londra il Canaletto deve pubblicare annunci sui giornali per contrastare alcune voci denigratorie nei suoi confronti e, tornato a Venezia, viene eletto accademico delle Belle Arti con difficoltà. Infine, come accade a molti geni, la morte lo coglie in povertà.

Tra i capolavori in mostra, oltre al dipinto proveniente dal Museo Pushkin, spiccano due opere della Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli di Torino: “Il Canal Grande da nord, verso il ponte di Rialto”, e “Il Canal Grande con Santa Maria della Carità”, esposti per la prima volta assieme al manoscritto della Biblioteca Statale di Lucca che ne illustra le circostanze della commissione e della realizzazione.

Una sala ricca di prestiti eccezionali – dal museo di Cincinnati e da collezioni private - è dedicata alle vedute di Roma che Canaletto realizza negli anni della maturità, partendo dai propri disegni preliminari o dalle stampe di Desgodets, Falda, Specchi e Du Pérac, alcune delle quali sono raccolte negli album provenienti dal Museo di Roma.

Tra i dipinti, vanno menzionate le due parti di un’unica, ampia tela, raffigurante Chelsea da Battersea Reach, tagliata prima del 1802 e riunita in questa mostra per la prima volta. La parte sinistra proviene da Blickling Hall, National Trust, Regno Unito, quella destra dal Museo Nacional De Bellas Artes de la Habana, eccezionalmente concessa in prestito dal governo cubano.

Accanto ai dipinti sono esposti 9 disegni, dai piccoli studi preparatori a grandi fogli accuratamente rifiniti e destinati ai più raffinati collezionisti o a essere incisi, come “L’incoronazione del doge sulla Scala dei Giganti”, della serie delle Solennità dogali, concesso in prestito da Jean-Luc Baroni Ltd. di Londra.

Viene presentata la sua intera parabola come pittore e disegnatore per definirne le diverse fasi tecniche e stilistiche: dalla maniera libera e drammatica delle prime opere – sulle quali si è posto un accento particolare – alle immagini più affascinanti di Venezia e a quelle eleganti del soggiorno di nove anni in Inghilterra. Si passa poi ai suoi tardi, sofisticati capricci,  tipico genere della pittura veneziana del XVIII secolo con architetture fantastiche e creazioni prospettiche accostate a elementi reali o, ancora, a moderni edifici provenienti da differenti realtà urbane o diverse epoche storiche.  Il primo Capriccio del Canaletto, del 1723, rappresenta la Piramide Cestia di Roma accanto alla cinquecentesca Basilica del Palladio di Vicenza; il suo noto Capriccio palladiano (seconda metà del ‘700) raffigura storici edifici palladiani inseriti in ambito  veneziano. Sono quadri che sembrano anticipare la suggestione della pittura metafisica del XX secolo, ben distanti, quindi, dal concetto stereotipato del Canaletto fotografo, come sostenevano frettolosamente alcuni critici.

In occasione dell’esposizione viene pubblicato un ricco ed esaustivo catalogo, edito da Silvana Editoriale e a cura di Bożena Anna Kowalczyk, che include alcuni saggi sull'artista e la sua opera, presentando al pubblico e agli studiosi gli esiti delle più recenti ricerche storiche e archivistiche, così come i risultati degli studi sulla sua tecnica e il suo metodo di lavoro. Un artista da riscoprire, attraverso questa mostra esaustiva che soddisferà molte delle curiosità dei visitatori.

Dal 11/04/2018 al 19/08/2018

 INFO:
Dal martedì alla domenica dalle ore 10 – 19 (la biglietteria chiude alle 18).

Giorni di chiusura: lunedì, 1 maggio

Prezzo

Biglietto “solo mostra”: intero € 11; ridotto € 9; Speciale Scuola € 4 ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni 10 alunni); Speciale Famiglia: € 22 (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni) Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per non residenti a Roma): intero € 17; ridotto: € 13 Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per residenti a Roma): intero € 16; ridotto € 12 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente