“La Fanciulla di Marmo”

Statua Femminile panneggiata a Palazzo Altemps
a cura di Marina Novelli
Gremitissima la “Sala del Galata” di Palazzo Altemps, quando nel pomeriggio del 27 maggio u.s., malgrado una giornata estremamente uggiosa e carica di pioggia nonché un traffico letteralmente impazzito, è stata sede della presentazione alla Stampa del restauro della Statua Femminile Panneggiata, già di proprietà Ricordi. Nel 2018 la statua è stata ceduta allo Stato italiano in base alla legge 512 del 1982 che permette la cessione di beni culturali in pagamento delle imposte, e conseguentemente assegnata al Museo Nazionale Romano, nel suggestivo Palazzo Altemps, e quindi mirabilmente collocata nella “Sala della Menade”, accanto appunto alla Menade Veneziani, che a sua volta era stata ceduta in pagamento delle imposte nel 1997.
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La Statua Femminile Panneggiata, è derivata da un tipo iconografico di età ellenistica, ed è databile al II secolo a.C. e che rappresenta una figura femminile elegantemente panneggiata, in marmo bianco e non di grandi dimensioni. È inoltre priva della testa e delle braccia, che erano state lavorate separatamente e inserite con perni. La figura è dolcemente poggiata sulla gamba sinistra e con la destra flessa e delicatamente scartata di lato. La veste consiste nella tipica lunga tunica greca denominata chitone e che aveva la forma di una camicia senza maniche e stretta alla vita da un cordone, lasciando intrigantemente scoperta la spalla destra e parte del seno; le pieghe si presentano fitte e sottili, rendendo magistralmente visibile la trasparenza della veste, mentre il mantello (himation) di stoffa più pesante e ruvida , che in origine si avvolgeva attorno al braccio sinistro, riveste completamente le gambe, risalendo obliquamente sulla parte posteriore. L’intervento conservativo è stato possibile grazie al sostegno offerto dalla Fondazione Paola Draghetti onlus. La statua originariamente non si trovava in uno stato di conservazione ottimale e la fase di restauro è avvenuta in modalità di cantiere aperto, avendo così consentito ai molteplici visitatori di apprezzare il lavoro svolto dai restauratori in corso d’opera. La superficie, molto erosa e scagliata in più zone ben localizzate, evidenziava uno strato compatto di polvere grassa sedimentata e aderente al rilievo, oltre ad una forte individuazione di residui di prodotti utilizzati in interventi precedenti, come resine e cere, nonché alcune macchie di ruggine, oltre a diversi perni metallici ove, in molti dei quali, è presente una consistente patina di corrosione; erano inoltre presenti stuccature composte da malte e prodotti non idonei. Proprio a questo proposito prima di procedere al lavoro di restauro, sono state eseguite mirate e rigorose indagini diagnostiche. La pulitura della scultura, è stata eseguita con prodotti innovativi rispettando l’opera, l’operatore e l’ambiente, consentendo quindi il recupero delle migliori condizioni di conservazione e di fruizione estetica della statua stessa, nonché, sempre per una maggiore conoscenza e una più completa documentazione del restauro, sono stati effettuati rilievi e fotomodellazione 3D.
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La storica dell’arte Daniela Porro, Direttore del Museo Nazionale Romano, in fase di Conferenza Stampa ci ha presentato il volume La fanciulla di marmo da lei curato insieme ad Alessandra Capodiferro ed edito da Gangemi Editore che racconta gli studi effettuati, oltre alla presentazione di una interessantissima proiezione video delle fasi di restauro più salienti della statua “La fanciulla di marmo” di Mounts, prodotto dalla Fondazione Paola Droghetti onlus. <> Sulla Fanciulla di marmo si è anche espresso Francesco Scoppola (Direzione Generale Educazione e Ricerca), sebbene, come egli stesso ha asserito, di non essere uno storico dell’arte ma un architetto e nel mito e nella antichità più remota, ha sottolineato, tale ”fanciulla di marmo” è in realtà una addolorata… una “niobe” che ha visto i suoi bellissimi sette figli e le sue bellissime sette figlie, sterminati dalle divinità a causa della loro inenarrabile bellezza di cui essi stessi si vantavano troppo… e questa madre non può far altro che piangere, piangere e piangere fino a trasformarsi in pietra… continuando ancora dolorosamente a piangere! In realtà “la fanciulla di marmo” è il simbolo antesignano di un destino tristissimo che precede appunto quella che poi diventerà l’icona della Addolorata o della Pietà… rappresenta quindi il mito antichissimo dell’essere umano pietrificato dal dolore. Ma non sono solo questi i sentimenti che questi marmi producono in noi osservatori, perché in realtà sono fautori di bellezza e ammirazione… ma soprattutto, producono l’idea che questa bellezza, che per altri esseri viventi è fragile, transeunte o impermanente, nel marmo invece dura secoli… e a volte, nei casi più fortunati, addirittura millenni! Di estremo interesse anche l’intervento di Vincenzo Ruggieri, Presidente della Fondazione Paola Droghetti onlus , il quale ha sottolineato che proprio in Palazzo Altemps si trova un frammento della memoria di Paola Droghetti:<< È presente qui – egli ha evidenziato - nella loggia accanto a noi, un segno visibile del suo lavoro, avendo Paola partecipato tra il ’95 e ’96 ai lavori di restauro degli affreschi che decorano la loggia.
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A distanza di oltre un ventennio da allora, essere qui in questa sala per presentare La fanciulla di marmo, ci dona un comprensibile e legittimo orgoglio, ma anche una particolarissima e intima emozione.>> Con la pubblicazione di questo volume, che è il ventiquattresimo della Collana Interventi d’Arte sull’ Arte, si è voluto non solo rendere noti i risultati degli studi storici e dell’intervento di restauro sulla scultura romana del II sec. a.C., ma avere l'intenzione di affermare ulteriormente l’impegno della Fondazione a favore della cura del notevole patrimonio artistico italiano. Il volume, oltre a uno studio storico-artistico, sulla scultura, finora inedita, nonché ad un contributo specifico sull’abbigliamento della figura femminile, illustra dettagliatamente le varie fasi dell’intervento di restauro e i risultati delle immagini scientifiche. Sostenendone la conservazione è un fatto importantissimo dato che volgere lo sguardo e l’attenzione al nostro passato, al mondo classico in particolare, ed alla sua cultura, aiuti noi e soprattutto i nostri giovani, a capire quanto sia indispensabile oggi, conoscere la storia, le nostre radici, al fine di comprendere in profondità il tempo presente.