Il TRITTICO DEGLI EVANGELISTI

Il Codex Purpureus Rossanensis nella interpretazione dello scultore Mario Zanoni.
La testimonianza dell'artista che ha realizzato il Trittico degli Evangelisti ispirato
all'antico Codice miniato del VI secolo. La pala è attualmente in mostra a Monte San Martino, nella chiesa di San Martino Vescovo.
Così come il ‘Purpureo Codice’ si propone di rivelare ai credenti di quel tempo misteri, similitudini e concordanze nella narrazione dei quattro evangelisti, mi sono messo all’opera per illustrare in un trittico policromo e polimaterico il prezioso con- tenuto iconografico delle parabole narrate.
L’impresa, alla quale ho dedicato quasi un anno della mia vita, mi ha riportato a quel che poteva essere la trasmissione del messaggio cristiano in quel tempo, riservata ad una ristretta cerchia tra clero e nobiltà, e solo nei secoli successivi attra- verso il mosaico prima e l’affresco poi si creò un’ampia divulgazione popolare.
Il mio sogno segreto era di leggere negli occhi di chi osserva la mia minuscola pala lo stesso stupore degli antichi di fronte ai vangeli narrati dai dipinti nelle cattedrali di quel tempo lontano.
Mario Zanoni
codex 1
Il Codex Purpureus Rossanensis è un Evangeliario greco miniato, che contiene l’intero Vangelo di Matteo, quasi tutto quello di Marco e una parte della lettera di Eusebio a Copiano sulla concordanza dei Vangeli. Si tratta di un testo adespoto (se ne ignorano, infatti, gli autori) di cui rimangono, degli originari 400, 188 fogli di pergamena lavorata, tinta in colore purpureo. La grafia in cui è redatto è la maiuscola biblica o greca onciale, con termini in scriptio continua (senza separazione delle parole), privi di accenti, spiriti, segni di interpunzione, eccetto il punctum che segna il passaggio da un periodo all’altro.
Frontespizio dei canoni.
La pagina contiene una miniatura, in cui viene raffigurata la fascia ornamentale circolare delineata, sia all'interno che all'esterno, da una cornice aurea che si interseca lungo le direttrici del diametro orizzontale e verticale, dando luogo a quattro tondi collocati nella suddetta fascia ornamentale. In ciascuno di questi è dipinta la mezza figura di un evangelista ritratto su un fondo azzurro. I ritratti dei quattro evangelisti non hanno caratterizzazioni individuali, per cui Matteo è identificabile grazie al nome inciso in alto, gli altri invece sono identificabili grazie alle iniziali: Marco a sinistra, Luca a destra e Giovanni in basso. Ognuno di essi si connota per la presenza dell'aureola, della copertina del libro dorato e per il singolare gesto di alzare la mano destra. Nello spazio che intercorre tra un tondo e l'altro si ravvisano dei dischi di colore nero, arancione, indaco e rosa. Al centro di questa illustrazione compare la scritta: “Struttura del canone delle concordanze tra i Vangeli”.
codex
La scelta fra Gesù e Barabba.
Nella metà superiore della pagina illustrata, Pilato viene raffigurato al centro, seduto nello stesso tribunale presente nella miniatura del processo a Cristo. Ai lati del tribunale una folla di uomini gesticolano, mentre a destra una figura in uniforme è occupata a scrivere su una tavoletta di cera.
Nella metà inferiore della pagina, a sinistra, Cristo è fiancheggiato da due ufficiali, a destra Barabba si accompagna a due carcerieri. Il carceriere, vestito di rosso, tiene una fune attorno al collo di Barabba e guarda Pilato, mostrando di attendere una sua decisione.
Comunione degli Apostoli.
“Prese il pane, profferite le parole di ringraziamento, Egli lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo”. Sulla pagina destra, altri sei apostoli incedono da sinistra verso destra per ricevere il vino. Sui loro capi si legge: “Presa la coppa, profferite le parole di ringraziamento, Egli la diede loro dicendo: "Questo è il mio sangue”.
Colloquio coi mercanti nel tempio.
I particolari della scena sono tratti, quasi tutti, dal secondo capitolo del Vangelo di Giovanni. Il tempio viene raffigurato a sinistra in modo abbastanza schematico. Nel cortile munito di colonne ha luogo il colloquio tra Gesù e i sacerdoti del tempio. Cristo, rappresentato tra le due colonne nere, tiene nella mano destra una frusta, mentre a destra sono presenti uomini e animali in fuga. La miniatura raffigura Cristo con i sacerdoti subito dopo la cacciata dei mercanti dal cortile.
Senza titolo 6
Parabola delle vergini
L'unica fonte di questa parabola è il Vangelo di Matteo. Una porta a pannelli divide la scena a metà: a sinistra si identificano le cinque vergini stolte: esse, vestite in abiti colorati con torce spente in mano, incedono dietro la prima, vestita di nero, che bussa alla porta chiusa. Nella scena di destra si riconoscono le cinque vergini sagge, abbigliate di bianco con in mano, ognuna, una torcia accesa.
Ultima cena
Cristo e i dodici apostoli sono disposti attorno ad una tavola semicircolare, al centro della quale si distingue una coppa d'oro. Il sesto apostolo da sinistra vi intinge il pane, mentre Cristo alza la mano come se volesse parlare. La miniatura illustra l'azione descritta da Marco, 26 - 23: “Colui che intinge la mano nel piatto con me, mi tradirà”. L’episodio è commentato dal versetto riportato in alto, in greco, “In verità vi dico che uno di voi mi tradirà” (Marco, 26 -21). Nella scena di destra, è proposta la lavanda dei piedi, nel momento in cui Cristo si china a lavare i piedi a Pietro; il versetto greco riportato recita: “Egli (Pietro) gli dice: tu non laverai i miei piedi.” (Giovanni 13, 8).