I Tesori del Borgo - Casola Valsenio.

Come in una favola dal sapore antico.
Di Marilena Spataro.

"Casola è una favola" è il titolo di una delle maggiori manifestazioni che ogni estate si tengono a Casola Valsenio. Non uno slogan qualunque, ma un'incisiva definizione di tutto un mondo, da quello naturalistico e paesaggistico a quello architettonico, storico e umano, che gravita intorno a questo meraviglioso Borgo medievale dell'Appennino tosco romagnolo e che lo caratterizza nella sua unicità e bellezza. Ultimo Comune in provincia di Ravenna, al confine con la Toscana, Casola Valsenio è una cittadina che a tutt'oggi sembra essere uscita da una incantevole fiaba, incastonata com'è tra il biancore di lunari calanchi e morbide colline verdeggianti, similmente a una pietra preziosa, e situata nel cuore di uno dei parchi naturalistici più affascinati e particolari d'Italia: Il Parco della Vena del Gesso Romagnola. È questa un'ampia area in cui le vallate dei torrenti Santerno, Senio, Sintria e Lamone che solcano gli Appennini nella parte occidentale della Romagna, sono intersecate, ad una decina di chilometri dalla linea di congiunzione con la pianura, dalla Vena del Gesso Romagnola. Si tratta di una dorsale di solfato di calcio, variamente cristallizzato e stratificato in imponenti bancate, che affiora per una lunghezza di una ventina di chilometri e con una larghezza che non supera mai il chilometro, attraversando i territori dei comuni di Casalfiumanese, Borgo Tossignano e Fontanelice in provincia di Bologna e Casola Valsenio, Riolo Terme e Brisighella in provincia di Ravenna.
tesori del borgo 1











 
La formazione gessosa-solfifera, per la sua imponenza e composizione, per la straordinaria varietà della sua morfologia e la tipicità della flora e della fauna, ha inciso nella costruzione del paesaggio che si stende tutt’attorno, influenzando favorevolmente il microclima delle quattro vallate, lasciando anche il segno nella storia e nella vita degli uomini. È una ricchezza naturale e storica che sorprende ed affascina l’escursionista che a piedi percorre i sentieri del Parco. Cominciando da quelli che intersecano i contrafforti da dove si può cogliere il verde e l’ombrosità del versante nord o la luminosa aridità delle banticate del versante sud che, riflettendo il chiarore lunare, erano dette “pietra di luna”. Continuando con i sentieri che si snodano nella dorsale e che dopo ogni svolta o dosso offrono suggestivi scorci della cristallizzazione del gesso; inghiottitoi e risorgenti e spelonche con i segni di antiche presenze umane e profonde grotte ed anche rarità botaniche o la rapida fuga di un selvatico. Senza dimenticare le tracce lasciate dal lavoro e dalla vita degli uomini: abitazioni, resti di insediamenti religiosi e militari o antiche cave di gesso. Ma l’escursione più emozionante è lungo il filo del crinale: un percorso che riempie gli occhi ed emoziona l’animo con la straordinaria ricchezza della Vena e il paesaggio che si apre verso monte e verso valle. Da una parte i crinali verdi-azzurrini si susseguono sfumando sulla linea dell’orizzonte; dall’altra, oltre la fascia bassa delle ragnatele aride dei calanchi, si stende una pianura biancheggiante di case, paesi e città, bordata dalla linea del mare che da qui, per dirla con Tonino Guerra, appare come “una riga lunga e blu”.
tesori del borgo 2












Alle straordinarie bellezze della Vena del Gesso (candidata al riconoscimento di sito  Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO) di cui il territorio di Casola è parte integrante, ci sono ulteriori aspetti di fascino che rendono di grande attrazione la ridente cittadina romagnola, segnata nella sua società e nella sua stessa struttura urbanistica e architettonica nel corso dei secoli, da una serie di importanti vicende e figure storiche.
Il Borgo nasce nel 1216, in seguito alla distruzione da parte dei faentini del castello di Casola, che sorgeva nella collina soprastante. Ma la valle risulta abitata in epoche molto precedenti. Sono stati rinvenuti resti archeologici che testimoniano la presenza di insediamenti etruschi, gallici e romani. Nell'anno Mille, a 3 km dall'attuale centro abitato, fu fondata l'Abbazia benedettina di Valsenio, dalla quale partì una vasta opera di bonifica agraria con l'estensione dei terreni coltivati e l'introduzione della coltivazione del castagno. Originaria di Casola è la famiglia Pagani dai quali discende quel Maghinardo Pagani, citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia come e che ebbe un grande ruolo nelle vicende politiche e militari della Romagna del XIII secolo. Nel 1424 Casola giurò fedeltà al Duca di Milano Filippo Maria Visconti, per passare nuovamente ai Manfredi di Faenza, quindi a Girolamo Riario e Caterina Sforza, signori di Imola e Forlì e, infine, al duca "Valentino" Cesare Borgia. Nel XV secolo si affermò il ruolo dei Ceroni, tanto che si diffuse presso i paesi vicini il soprannome di "Ceronesi" per gli abitanti di Casola.
tesori del borgo 4









Nel 1563 si schierano contro i Ceroni il Granduca di Toscana, Cosimo de' Medici e il Papa Pio IV che, con oltre 5.000 uomini, distrussero beni e proprietà legate ai Ceronesi. Durante l'occupazione napoleonica emerge la figura di Giovanni Soglia Ceroni (1779-1856). Nominato Cardinale da Papa Gregorio XVI, divenne Segretario di Stato di Papa Pio IX. Si deve a lui l'ampliamento del territorio comunale, che venne sottratto al vicino Comune di Brisighella, e la costruzione dei conventi delle Suore Maestre di Santa Dorotea e dei Frati francescani. La storia più recente vede Casola Valsenio, a partire dagli anni '70 e '80, gettare le basi per un nuovo sviluppo fondato sull'integrazione tra agricoltura specializzata e di qualità, turismo e valorizzazione delle emergenze naturali e ambientali del territorio.
Immediatamente fuori dal paese, lungo la strada provinciale che collega Casola Valsenio a Fontanelice, si può visitare il Giardino delle Erbe "Augusto Rinaldi Ceroni". Il Giardino delle erbe – di proprietà della Regione Emilia-Romagna – è stato inaugurato nel 1975 ed è intitolato al suo fondatore Augusto Rinaldi Ceroni. Si sviluppa su una superficie di 4 ettari, con una struttura a gradoni, dove sono coltivate circa 450 diverse specie ed essenze officinali. Il Giardino, che fa parte del circuito Museale della provincia di Ravenna, svolge un’importante funzione di conoscenza, valorizzazione e divulgazione della coltivazione e dell’uso delle piante officinali. Per quanto riguarda il patrimonio storico-architettonico si presentano di particolare interesse la Villa Il Cardello, antica foresteria dell'Abbazia di Valsenio (risalente al XII secolo), successivamente eletta a sua residenza dal famoso poeta e scrittore Alfredo Oriani, che qui morì il 18 ottobre 1909. Oggi, l'abitazione - monumento nazionale - è adibita a casa-museo dello scrittore; l'edificio è proprietà della Fondazione Casa di Oriani.
tesori del borgo 5










Altra struttura di rilievo presente sul territorio di Casola è la Rocca medievale di Monte Battaglia risalente al XII secolo, posta sulla sommità dell'omonimo monte, a 715 m sul livello del mare, nello spartiacque tra le vallate del Senio e del Santerno. Nella sua lunga storia è stata teatro di aspre contese e battaglie, da quella tra Goti e Bizantini nel VI secolo, fino ai drammatici e sanguinosi combattimenti del 1944 (dal 24 settembre all'11 ottobre), durante la seconda Guerra Mondiale. Luogo di memoria degli eventi bellici e della Guerra di Liberazione nazionale, la Rocca di Monte Battaglia è stata sottoposta a un'intensa opera di ripristino e restauro negli anni '80 del XX secolo. L'Appennino casolano è inoltre ricco di abbazie e pievi. Da ricordare, l'Abbazia di San Giovanni Battista in Valsenio, fondata intorno all'anno Mille dai benedettini, essa fu in origine un monastero. La comunità si sciolse nel XV secolo. Il complesso monastico, l'edificio più antico dell'alta valle del Senio, conserva l'aspetto tipico delle chiese romaniche maggiori: struttura a tre navate con abside semicircolare. La chiesa è stata interessata da una campagna di scavo, avvenuta nel 2009, volta a recuperarne l'aspetto originario. Sono state riscoperte le vestigia della primitiva costruzione, databile tra tardo antico ed alto Medioevo: è stato rinvenuto il pavimento; inoltre sono state scoperte le fondazioni di due grandi colonne pilastrate, attribuibili anch'esse a una fase antica. Ciò ha fatto pensare all'esistenza di un ambiente sotterraneo, ancora più antico della chiesa fondata dai benedettini, di cui era ignota l'esistenza. Nella seconda campagna di scavi del 2011, é stata cosi' riportata alla luce l'originaria cripta, risalente al VII secolo, ritrovata al di sotto dell'abside attuale. La pavimentazione si è presentata in lastre di pietra calcarea. È stata in parte rinvenuta anche la scala originale dalla quale si scendeva nella cripta. Inoltre sono stati ritrovati: l'antico frantoio dei monaci benedettini, in marmo rosso di Verona e una lastra marmorea d'epoca bizantina raffigurante una croce intrecciata sulla quale sono posati due uccellini.
tesori del borgo 6











Altri luoghi di culto d'interesse storico-architettonico da segnalare sono le chiese di Prugno, di Rivacciòla e le pievi di Settefonti (restaurata nel primo decennio del XXI secolo) e di Sant'Apollinare, con annesso il campanile romanico (quest'ultima situata al confine con il Comune di Palazzuolo sul Senio, 8 km a sud di Casola). A rendere fortemente identitario il territorio di Casola Valsenio ci sono, infine, le tradizioni che gli derivano dal mondo contadino e campestre e che continuano a essere mantenute in vita attraverso una serie di interessanti iniziative fieristiche e culturali, oltre che nelle pratiche agricole e artigianali del vivere quotidiano. Basta pensare all'attenzione che questo piccolo Borgo romagnolo, con poco più di 2500 abitanti, dedica al recupero e alla valorizzare di quei frutti autunnali che, a causa dei cambiamenti naturali o spontanei nelle colture, si erano andati perdendo nel tempo, così come nell'interesse culinario diffuso. Ed è proprio per diffondere questa cultura del recupero e tutela dei prodotti della terra in via di estinzione che a Casola si è avviato da anni un percorso che le ha guadagnato il titolo di "Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati". Le antiche tradizioni contadine, vengono così riprese e finalizzate alla salvaguardia di alberi da frutto di varietà ormai accantonate, un contributo importante in questa direzione è l’incessante lavoro svolto nel locale Giardino delle Erbe, dove dagli anni Settanta si coltivano erbe aromatiche e officinali. Ogni anno, nella festa dei Frutti dimenticati che anima Casola per due fine settimana di ottobre, le aziende agricole del territorio casolano propongono ai tanti visitatori che puntualmente popolano l'originale evento, quei frutti che un tempo erano coltivati o raccolti nei boschi, tra cui, insieme a tantissimi altri di cui se ne é andata perdendo la memoria, vale la pena ricordare le avolane, i prugnoli, le mele cotogne, le corniole, le sorbe, le melagrane e le azzeruole. Visitare Casola Valsenio in questa occasione, ma non solo, è un piacevole tuffo nel passato per un'indimenticabile festa per la gioia degli occhi e del palato.