Fortunato DEPERO. La cometa del Futurismo.

*Fondo - Val di Non 1892 + Rovereto 1960.
 A cura di Fulvio Vicentini, c 2024, tutti i diritti riservati.
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Cartoline di corrispondenza fra i futuristi

Alcune riflessioni su Depero e sul momento storico e culturale in cui egli si formò e maturò le sue feconde potenzialità d’artista.
Mentre l’ottocento declinava, gli Impressionisti ed i Macchiaioli ultimavano le loro produzioni con soggetti romantici, nelle città si spegnavano le lampade a gas, il XX° secolo si preannunciava assai movimentato in tutti i campi. Le dottrine filosofiche e politiche di Marx e Lenin, le teorie psicanalitiche di Freud, la Prima Guerra Mondiale e la Rivoluzione Bolscevica annunciavano e producevano profondi sconvolgimenti in tutti i campi.
Su questo sfondo nel 1909 Marinetti pubblicava sul “Figaro” il manifesto del Futurismo e proclamava: “… uccidiamo il chiaro di luna!” D’improvviso i romantici venivano abbagliati dalle migliaia di piccole lune elettriche che cambiavano il volto della notte e il modo di vivere nelle città.
Nel movimento futurista Fortunato Depero è stato una delle menti più attive. Si è formato alla Scuola Reale Elisabettiana di Rovereto. A Roma nel 1913 entra a contatto con il mondo futurista, frequentando Marinetti, Balla e Cangiullo.
Nel 1915 assieme a Balla e Prampolini e con l’appoggio di Marinetti sviluppa le tematiche del II° futurismo.
Nel 2016 morivano al fronte i futuristi Boccioni e Sant’Elia, mentre Carrà si convertiva alla pittura metafisica De Chirichiana. Il movimento futurista subiva un rallentamento con l’avvento del Fascismo, ma nel 1923 - ‘24 i futuristi vi aderivano.
Il Futurismo fu un movimento tollerato oppure sostenuto dal regime?
Molti dei suoi esponenti anche se regolarmente tesserati della Confederazione Fascista dei Professionisti e degli Artisti non condividevano completamente l’ideologia del nuovo movimento.
Il Marinettismo che si aspettava di raccogliere i massimi frutti da scrittori, poeti, compositori, architetti, musicisti con uomini come Papini, Prezzolini, Pratella, Petrolini, Sant’Elia, Cangiullo, ha avuto invece le maggiori risposte e conferme nella pittura.
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Depero e il gruppo dei futuristi, alternavano periodi di intenso lavoro a viaggi di studio e di propaganda all’estero e si tenevano in contatto con un attivo scambio epistolare.
Cartoline che si scambiarono tra loro, negli anni negli anni tra il ‘24 e il ‘31, Marinetti, Prampolini, Depero, Russolo e Azari. Ce n’è una particolarmente interessante e curiosa in cui comunicavano a Depero: “… costaci Marinetti essersi dileguato sul direttisimo Napoli - Roma. Abbiamo iniziato attive ricerche. Ti scriverò appena arriverà. E ancora: “stassera c’è la prima della Sina d’Vergou di B Pratella, andremo tutti”.
Segni di simpatia e di amicizia sulla base di una comune concezione dell’arte e della a vita.
Il movimento Futurista era molto sensibile a tutti gli sviluppi delle nuove tecnologie, registrando come un sismografo il rapido passaggio da una cultura prevalentemente agricola ad una industriale.
Molti personaggi del regime, ancora immersi nei verdi pascoli segantiniani non avevano apprezzato le sbuffanti vaporiere, le automobili e gli aerei rombanti e le macchine robotizzate, partorite nelle fabbriche dalle grandi ciminiere inquinanti, in quanto simboli di una civiltà e di una mentalità che non rientravano dell’ideologia fascista, orientata se mai a celebrare gli ideali di un Italia rurale e aliena dalle suggestioni del macchinismo. Invece in moltissimi dipinti i futuristi esaltavano il dinamismo e le linee moderne delle automobili, materializzandone velocità, rumori e musica.
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Scriveva Marinetti: “...Un’automobile da corsa, con il suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un’automobile ruggente che sembra correre sulla mitraglia è più bella della vittoria di Samotracia”.
Con la rivoluzione tecnologica erano venuti a mutare anche l’ambiente urbano e il modo di vita che sarà ritmato ora dalla velocità e dai rumori.
Depero era un vulcano di iniziative che però non tutte si dimostravano fortunate. Racconta che uno dei tentativi più disastrosi è stato quello di lanciare il “Libro-macchina” tirato in poche copie, rilegato con due bulloni, per documentare tutta la sua vicenda futurista.
Dal 1920 al 1930, Depero prende in affitto a Rovereto in via Due Novembre un grande salone che trasforma in laboratorio per la creazione degli arazzi.
Nel 1930, Depero si recò a New New e da questa esperienza americana nascerà il primo libro parabolico intitolalo “New York“ con “illustrazioni dinamiche” nelle quali con efficaci intuizioni anticipa in modo impressionante momenti e situazioni del nostro tempo.
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Nel 1931 rientrati da New York Depero con Rosetta si trasferiscono a Serrada nel trentino e viene elaborato il libro parabolico.
Fulvio Vicentini si reca a Rovereto, in casa della nipote di Depero, signora Carla Giordani per intervistarla e meglio conoscere i lucidi ricordi degli zii Fortunato e Rosetta.
Nel 1960, con la morte di Fortunato Depero la meteora futurista aveva fatto il suo corso. Depero è stato grande e originale nella grafica pubblicitaria, nella confezione di arazzi, di mobili, di giocattoli e marionette, nella progettazione architettonica. Ha prodotto disegni per vetrate decorazioni parietali e scenografie teatrali: quanto basta perché il suo laboratorio venisse definito “LA CASA DEL MAGO”