Esiste un limite alla pittura?

FEARLESS, Pier Toffoletti a Pisa.
di Roberto Milani.
Esiste un limite alla pittura? Direi proprio di no. Questa affermazione la si può condividere una volta vista una qualsiasi mostra personale dell’artista friulano Pier Toffoletti.
Forse per lo scrivente questa riflessione può essere facilitata dal fatto che seguo e curo il lavoro di questo artista oramai da 25 anni ma, confrontandomi anche con chi scopre Toffoletti per la prima volta, sono convinto che l’autore possa essere tranquillamente definito “artista senza limiti”.
Affermazione ambiziosa ma confortata da alcuni elementi oggettivi.
toffoletti1
Le tecniche che utilizza sono le più varie: dalla fotografia all’affresco, dal disegno al video. Anche se negli ultimi anni è la pittura la sua espressione più congeniale.
Per quanto riguarda le tematiche indagate in questi anni si è cimentato affrontando temi differenti. E tutti, nessuno escluso, sono stati trattati e risolti, senza nessuna discriminante, passando con disinvoltura dall’informale all’astrazione, dal paesaggio alla figura.
Oggi, artista maturo e affermato, richiesto dai collezionisti più attenti sia in Italia che all’estero, approda ad un’arte “sociale”.
Lo fa con un nuovo ciclo pittorico denominato FEARLESS, che lo ha già visto protagonista nel giugno scorso, al PAN di Napoli, con una mostra personale di eccezionale successo, curata da Marina Guida, che approda ora a Pisa, nelle preziose ed antiche navate della splendida Chiesa di Santa Maria della Spina.
Una mostra come sempre organizzata dalla sua galleria di riferimento, Casa d’Arte San Lorenzo, in collaborazione con il C.R.A. di San Miniato ed il contributo di FL FuoriLuogo servizi per l’arte, curata da Riccardo Ferrucci che firma anche il testo critico che accompagnerà l’evento.
Ma perché “arte sociale”? Perché da vero artista quale è, non rimane certo impassibile a ciò lo circonda. Ed analizzando la nostra quotidianità realizza opere che invitano lo spettatore ad una riflessione più profonda sul reale. Denuncia così una società orami stanca, crudele e troppo spesso indifferente a quello che accade.
Affronta temi a volte anche scomodi. Lo fa facendo dei ritratti, tutti di grandi dimensioni, a quello che a suo dire sono le “eroine della nostra epoca”, mantenendo ben salda quella tecnica che oramai possiamo definire suo “marchio di fabbrica”, o come direbbe uno storico dell’arte la propria “cifra stilistica”, dove un gesto libero, lirico ed informale fa da scenografia a figure perfettamente realizzate, realistiche e vere, tanto da far sorgere il dubbio allo spettatore di confrontarsi con uno scatto fotografico.
toffoletti2
Volti noti e meno, di donne che si sono distinte per coraggio e gesta, con grande impegno nel difendere il proprio pensiero o perché vittime di violenze inaudite, perché la vita non le ha sorriso o semplicemente perché in questa società troppo poco spesso, c’è spazio per le donne.
Allora ecco il ritratto a Yusra Mardini, campionessa di nuoto siriana che nel drammatico viaggio, da profuga in uno dei tanti “barconi della speranza”, riesce a mettere in salvo i suoi compagni di disavventura trainando a nuoto il natante oramai in panne alla deriva, o il volto della nostra Lidia Vivoli, una delle 20'000 donne che ogni anno in Italia denunciano il proprio “amore” per le violenze subite. O ancora il grande volto di Anna Muzychuk, ucraina e campionessa di scacchi internazionale, che si vede togliere il titolo perché non accetta di partecipare al campionato mondiale che si sarebbe tenuto in Arabia Saudita dove, se avesse voluto partecipare lo avrebbe dovuto fare con il viso coperto. O per esempio, il grande volto di Balkissa Chaibou, sposa bambina nigeriana che le è stato proibito di proseguire gli studi in quanto promessa sposa ad un cugino, sopravvissuta a questo destino solamente perché, grazie alla sua tenacia si è ribellata e rivolta an una ONG che si occupa di questioni di questo genere. Oggi testimone presso l’ONU di realtà spesso, a noi sconosciute.
A Pisa, in un contesto completamente differente dagli ampi spazi museali, l’artista decide di portare solo due grandi tele. Una sorta di installazione site specific, dove offre allo sguardo del visitatore i grandi volti della Senatrice Lilliana Segre e Gessica Notaro. La prima, testimone vivente della tragedia dell’olocausto, oggi impegnata in differenti campagne di sensibilizzazione, volte al ricordo di una memoria drammatica e vergognosa che ha segnato l’intera storia dell’umanità. La seconda, vittima ancora una volta di un amore malato. Candidata al concorso di Miss Italia, il 10 gennaio 2017, viene sfregiata con l’acido dal suo ex fidanzato, infrangendo così ogni sogno e speranza di una ragazza di rara bellezza, oggi simbolo delle tante ma insufficienti campagne di sensibilizzazione contro ogni tipo di violenza nei confronti delle donne.
toffoletti3
Già in passato, nel 2014, in occasione della mostra personale FACE SPLASH, allestita al Lu.C.C.A (Lucca Center of Contemporary Art), diretto magistralmente dall’amico Maurizio Vanni, ebbi l’occasione di definire le donne “raccontate” sulle tele da Toffoletti figure femminili “non più oggetto ma soggetto”. Mai affermazione fu più calzante. Quella mostra fu la germinazione di quello che oggi è diventato questo pittore: un artista capace di mantenere ben salda la tradizione attraverso la tecnica, capace di declinare la bellezza quotidiana attraverso il gesto, capace di invitare alla riflessione rivolta ai fatti della società come mai nessuno prima. Non esiste un limite alla pittura, purtroppo neanche alla stupidità, alla violenza e alla follia umana.
Una mostra evento, patrocinata dalla Regione Toscana e dal Comune di Pisa, aperta al pubblico dal 15 febbraio al 15 marzo 2020, che ancora una volta vedrà, dopo le grandi ed innumerevoli partecipazioni di Pier Toffoletti a kermesse internazionali, l’artista friulano protagonista di un grande momento di arte e di cultura.